Allarme libretti di risparmio: ecco come sono spariti i soldi di migliaia di correntisti

Negli ultimi mesi in Italia sono emersi numerosi casi di scomparsa di fondi dai libretti di risparmio, un fenomeno che ha coinvolto migliaia di risparmiatori e ha generato allarme nel panorama bancario e postale. Questo episodio è il risultato di una convergenza di fattori normativi, tecnici e sociali che hanno radicalmente modificato il funzionamento, la sicurezza e persino il concetto di risparmio attraverso i libretti. Comprendere le ragioni di queste sparizioni è fondamentale per chiunque voglia tutelare i propri risparmi.

La trasformazione normativa: fine dei libretti al portatore

L’Italia ha vissuto una rivoluzione normativa nel settore dei libretti di risparmio a partire dal 2017. Con il Decreto Legislativo 25 maggio 2017 n. 90, è stata vietata l’emissione di nuovi libretti al portatore. Dal 4 luglio 2017, quindi, sono rimasti validi solo quelli nominativi, mentre quelli anonimi hanno perso gradualmente qualsiasi possibilità di circolazione.

Questo ha comportato che dal 1° gennaio 2019 tutti i libretti al portatore residui sono diventati completamente inutilizzabili: non è più possibile movimentare alcuna somma, né presso banche né presso gli uffici postali. Il denaro bloccato in questi strumenti è rimasto indisponibile ai suoi legittimi proprietari, che possono solo presentarsi all’intermediario per tentare di estinguere il libretto e convertirlo o prelevare i fondi. Tuttavia, questo procedimento porta all’applicazione di una sanzione amministrativa che va da €250 a €500, come deterrente per la violazione dell’obbligo di estinzione entro i termini previsti dalla legge.

In pratica, la grande fetta di risparmi accumulati in libretti al portatore non estinti è rimasta “parcheggiata” e bloccata, finché i possessori non si attivano per la regolarizzazione. L’opacità e la non tracciabilità di questi strumenti hanno inoltre reso più difficili le contestazioni, aumentando il rischio di somme perse per disattenzione o mancata informazione.

Il rischio dei libretti dormienti: i fondi trasferiti alla Consap

Non solo i cambiamenti legislativi, ma anche la normativa sui libretti dormienti ha inciso pesantemente sulla perdita di denaro per moltissimi correntisti. Un libretto di risparmio bancario o postale si definisce dormiente quando supera la soglia di 100 euro di giacenza e non viene movimentato per almeno 10 anni. In tal caso, la banca o la posta è obbligata a comunicare al titolare l’imminente estinzione del rapporto, lasciando 180 giorni di tempo per intervenire.

Scaduto questo limite, il rapporto viene estinto automaticamente e le somme dovute vengono trasferite al Fondo dormienti gestito dalla Consap. Per il correntista questo significa che i propri risparmi spariscono dal libretto e non sono più immediatamente disponibili. Il recupero è possibile solo per chi presenta domanda di rimborso alla Consap entro i successivi 10 anni, allegando la documentazione richiesta e seguendo una procedura burocratica che spesso scoraggia i meno esperti o chi non ha ricevuto comunicazioni puntuali dalla banca o dalle Poste.

L’effetto concreto di questa disciplina è stato la devoluzione di miliardi di euro di risparmi “inattivi” da conti e libretti non aggiornati, spesso di persone anziane, eredi ignari o semplici risparmiatori poco informati. Per molti, i soldi accumulati nel tempo sembrano spariti all’improvviso e il recupero si trasforma in un percorso ostico e incerto.

L’allarme furti e attacchi informatici

Mentre la legislazione e la gestione dei libretti hanno influito sulla perdita dei risparmi, un altro aspetto da non sottovalutare è la crescita esponenziale delle truffe bancarie online e dei furti informatici, che hanno colpito anche i libretti di risparmio digitali e i conti collegati. In molte province italiane, soprattutto negli ultimi anni, si sono registrati casi di denaro sottratto in pochi minuti dai conti o dai libretti, sfruttando falle nelle procedure di sicurezza, phishing o accessi fraudolenti alle piattaforme digitali.

Queste attività criminali hanno generato ingenti perdite per i risparmiatori, spesso costretti a lunghi iter per il riconoscimento del danno e il rimborso dei fondi rubati. Le associazioni dei consumatori hanno segnalato un incremento evidente di questi reati e hanno ottenuto talvolta la restituzione delle somme, ma il problema rimane strutturale con il diffondersi della digitalizzazione bancaria e postale.

Crisi di fiducia, volatilità e cambiamenti nel risparmio

Il 2025 ha segnato un record di risparmi tra gli italiani, con il 58% della popolazione che dichiara di mettere da parte denaro regolarmente. Tuttavia, parallelamente si è assistito a una fuga di capitali dai conti e libretti tradizionali: in soli tre mesi sono stati registrati più di 50 miliardi di euro “spariti” dai conti correnti degli italiani, a causa di prelievi massicci, trasferimenti verso prodotti di investimento alternativi e timori legati all’instabilità fiscale e politica.

Questa volatilità è alimentata anche dalla paurosa erosione degli interessi offerti dai prodotti bancari tradizionali – molti ormai a tasso zero o quasi. Gli italiani, pur risparmiando di più, sono diventati anche più prudenti e inclini a diversificare, spostando fondi da libretti e conti correnti verso strumenti percepiti come più sicuri o redditizi, come titoli di Stato o buoni fruttiferi postali.

La perdita di denaro dai libretti non è dunque una fuga unicamente imputabile a sparizioni misteriose o illecite; spesso si tratta di movimenti di massa originati da paura, necessità di sicurezza o da nuove politiche di gestione finanziaria familiare. L’incertezza economica del periodo ha reso i risparmiatori più attenti ma anche più propensi a “svuotare” libretti per altre forme di investimento.

Come proteggere i propri risparmi

  • Monitorare periodicamente i libretti, effettuando operazioni regolari per evitare la dormienza e comunicare sempre ogni variazione di indirizzo alla propria banca o posta.
  • Tenersi aggiornati sulle normative riguardanti i libretti al portatore e i rapporti dormienti; informarsi sulle scadenze e provvedere tempestivamente alle regolarizzazioni.
  • Attivare difese contro le truffe online, utilizzando strumenti di sicurezza digitale, autenticazioni forti e diffidando da comunicazioni sospette.
  • Valutare la diversificazione dei risparmi, affiancando ai libretti tradizionali altri strumenti protetti o più redditizi quali titoli di Stato, buoni fruttiferi o soluzioni assicurative.
  • In caso di somme devolute al Fondo Consap, consultare la procedura ufficiale per la richiesta di rimborso entro i 10 anni successivi, seguendo con attenzione le istruzioni e raccogliendo la documentazione necessaria.

La scomparsa di fondi dai libretti di risparmio è dunque un fenomeno complesso, che integra cambiamenti normativi, crisi di fiducia, dormienza dei rapporti e rischi informatici. Solo la conoscenza e la vigilanza costante possono garantire la tutela dei propri risparmi in un momento storico caratterizzato da evoluzioni rapide e da nuove sfide nel mondo finanziario italiano.

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